Forse non molti sanno che il nome di MANDRACCHIO o MANDRACCIO è riferito non solo alla zona che ben conosciamo della nostra città, ma anche ad una contrada di Napoli (ovviamente vicina al mare) ed anche di un’altra presso Livorno.
Questo perché mandraccio equivale ad identificare la parte più interna di un porto, ovvero ridotto di mare.
Già in tempi remoti si denominava Mandraccio quel settore di mare compreso fra il seno delle Grazie ed il Portofranco, dove esisteva il ponte dei Coltellieri.
Il Mandraccio, indicato come lo scalo genovese più conosciuto in tempi antichi, si configurava all’origine con numerose insenature naturali che rendevano sicuro l’ormeggio delle navi ed il suo litorale valido all’impianto di arsenali e cantieri per la costruzione di triremi.
Sulla riva del Madraccio si affacciavano pure alcune casupole di pescatori che formavano nel loro insieme un raggruppamento detto Bordigotto.
Esse scomparvero intorno al 1100 con la costruzione del Molo Vecchio, per fare spazio alle opere portuali strutturate su principi costruttivi più consistenti.
Da quel periodo il Mandraccio si ridusse a proporzioni minime, con il ruolo di deposito di chiatte, come è detto anche in una richiesta di Matteo Chiavari, inoltrata ai Padri del Comune l’11 gennaio 1585, per due chiatte addette all’espurgazione delle acque portuali.
Circa l’origine del toponimo, essa è fatta risalire al tempo dei Romani, di probabile derivazione araba, si trova usato nell’attribuzione di altri scali durante l’Impero di Giustiniano.
Probabilmente essa riproduce il latino mandraculum, diminutivo di mandra/mandria, dal greco màndra = ricetto, ricettacolo che si ascrive ad una radice man-, col senso di indugiarsi, sostare, fermarsi. Propriamente identifica il recinto, la stalla per chiudere il bestiame.
Il veneziano Zorzi, riferendosi infatti ad una denominazione in uso nel porto della sua città, scrisse: ”Costumano de dir Mandraggio uno spazio de ricovero a ricettacolo di navi e vascelli”.
Qualcuno ravvisa la derivazione del nome Mandraccio dal modo con cui si chiudevano gli antichissimi angusti porti, cioè con catene e pali, come i pastori usavano chiudere i recinti dove avevano messo al sicuro le mandrie.
Ricerca di: Loredana Grubessich