dei Dott. Bignone Giovanni e Dott.sa Bruscolini Enza
“presto i sarti saranno costretti a confezionare abiti all’aperto poichè lo spazio delle loro case non basterà più a contenerli”
Thomas Ocliff
Il XIV secolo fu il momento in cui dal vestirsi per necessità si passò al vestirsi per apparire. Cominciò la Moda.
L’abbigliamento nel XIV secolo risentì dei nuovi equilibri della società dell’epoca, stabilitisi in virtù della sempre crescente presenza di un ceto medio, che si sviluppò grazie ai commerci ed alle scoperte tecniche dell’epoca.
L’attenzione alla figura umana, legata ad una visione più terrena e materiale dei vari aspetti della vita, fece crescere l’interesse per l’estetica anche nel campo dell’abbigliamento con ricerca di nuove forme e di nuovi tessuti.
Nel 1300 il clima in Europa subì una brusca variazione e si è soliti parlare di “piccola era glaciale” con abbassamenti della temperatura di molti gradi fino al XVIII secolo, di conseguenza gli abiti divennero più pesanti e spesso ci si vestiva a strati.
Le fonti iconografiche cui si può fare riferimento sono molteplici. Innanzitutto la produzione artistica del 1300 con affreschi, dipinti su tavola ed opere di statuaria, inoltre numerosi codici miniati e testi scritti arricchiti da miniature dell’epoca che sono giunti sino a noi. Fra questi possiamo citare le miniature dei Tacuina Sanitatis , opere di medicina e di erboristeria che ricalcavano le analoghe opere arabe presenti nel X e XI secolo, testi del medico Ibn Butlan di Baghdad.
I Tacuina Sanitatis riscritti fra il 1200 e il 1400 spesso anteponevano l’estetica delle miniature, con preziose informazioni di costume, all’insegnamento della scienza medica.
“Fructus Mandragorae”, miniatura tratta dal Tacuinum sanitatis di Vienna
Notevoli miniature si trovano nelle bibbie illustrate dell’epoca (esempio la Bibbia di Venceslao), nei Libri d’Ore, breviari in uso fra il XII e il XIV secolo, nelle opere di Christine de Pizan.
Un ‘altra fonte importante è costituita dalle illustrazioni del Codice Manesse, un canzoniere tedesco giunto fino a noi e attualmente custodito nella biblioteca di Heidelberg.
Gara poetica al castello di Wartburg, Codex Manesse, folio 219 verso
Per le immagini di vestiario maschile e femminile ligure citiamo il Trattato dei sette vizi capitali del Cocharelli.
I reperti archeologici di sepolture giunti quasi intatti fino a noi ci danno concretamente un esempio di vesti ed accessori dell’epoca.
Un’altra fonte preziosa è costituita dagli inventari post mortem. Documentazioni su stoffe accessori ed abiti li ritroviamo nelle documentazioni dei Monti dei pegni.
Negli statuti cittadini furono poi promulgate leggi suntuarie che regolamentavano il tenore dell’abbigliamento, e che sono giunte sino a noi dandoci una testimonianza ulteriore sulla moda del ‘300.
Fra le testimonianze letterarie la Nuova Cronaca di Giovanni Villani, riferita all’ambiente fiorentino, ci dice che nel 1342 l’abbigliamento a Firenze, soprattutto fra i giovani, era profondamente influenzato dalla moda francese.
Anche a Genova nel periodo fra il XIV e il XV secolo era forte la presenza della moda francese in quanto la città era zona di passaggio per chi si recava dalla Provenza al Centro Italia e, fatto ancora più importante, fra il 1396 e il 1410 Genova fu governata, in nome del re di Francia Carlo VI, da Jean le Meingre detto il Bucicault, che portò con se anche costumi e danze impiantando a Genova una piccola corte di dame alla moda.
Per seguire un ordine nella descrizione dell’abbigliamento del XIV secolo possiamo partire dalla biancheria intima quindi dai vari strati che si sovrapponevano ad essa, infine considerare calzature ed accessori per l’abbigliamento maschile e femminile.