In questo secolo tutti i colori e le loro sfumature furono utilizzati nelle Chiese, nelle statue, nelle architetture, negli arredi e nell’abbigliamento.
MARRONE: era il colore più utilizzato soprattutto dai ceti più poveri perchè era facile da ottenere da radici, foglie e cortecce d’albero.Le piante tintorie da cui ottenere il marrone erano molto numerose, fra queste la betulla, il tiglio, il melograno, il melocotogno. Anche il mallo di noce era usato per tingere in marrone tendente al grigio.
ROSSO MATTONE: si otteneva dalla radice di robbia, una pianta erbacea coltivata nei nostri climi. Viene utilizzata ancora oggi da alcuni artigiani. Era alla portata di tutti i ceti sociali.
ROSSO: era il colore dei manti imperiali, regali e ducali. Fino al XIII secolo anche il manto della Madonna era rosso o rosso mattone quale simbolo di regalità. Il rosso era indossato da persone con una grande disponibilità economica. Infatti il cosiddetto Rosso di Tiro era ricavato dall’essiccazione del Murex, un mollusco marino già noto ai Fenici.
Il rosso che si poteva ottenere da un insetto parassita delle querce era detto Chermes e Grana.
Meno costoso era il Verzino, derivato da una leguminosa arborea delle Indie Orientali chiamata Caesalpina Sapan. Anche dalla robinia si otteneva il rosso.
Il rosso aveva anche un significato apotropaico tanto che si portava sul corpo un filo tinto in rosso come protezione dai malefici.
PORPORA e VIOLA: il porpora era il colore degli imperatori, costoso perché sempre ottenuto dal Murex con tinta ancor più scura. Alcuni licheni (Roccella e Pertusaria) furono usati in Firenze per ottenere un porpora intenso. Il violetto si otteneva dal mirtillo nero (Vaccinium myrtilus)
VERDE: già simbolo di rinascita, era molto usato. Si otteneva dal verderame (ossido di rame) o da piante come l’iris acquatico o le bacche di ramno. Le foglie dell’edera comune tingevano i tessuti in grigio verde.
BLU: sostituì in Francia il rosso regale e, in occidente, il colore del manto della Madonna. Non soltanto i nobili si vestivano di blu ma anche i più poveri usavano molto questo colore utilizzando la tintura di Isatis tintoria (guado) disponibile a basso costo. Per produrre il blu si usava anche l’Indigotera tintoria (indaco).
GIALLO: si estraeva dalla Reseda luteola (reseda biondella) ,dalla Anthemis tinctoria (camomilla dei tintori),dal Crocus sativus (zafferano), dalla Genista tintoria (ginestra minore ,detta dagli antichi tintori braglia), dallo Sparticum junceum (ginestra), dalla Curcuma longa (curcuma), dal melo, dalle more, dal crespino e da numerose altre piante.
Il colore giallo era associato a negatività. I traditori, i musulmani, gli ebrei nell’iconografia medievale erano rappresentati con abiti gialli. Un esempio famoso è il mantello giallo di Giuda raffigurato da Giotto nel ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova.
Giotto, Bacio di Giuda, il Tradimento, 1305 circa, Cappella degli Scrovegni, Padova
Spesso i menestrelli, i musicanti, i giullari e gli attori portavano vesti bipartite gialle e rosse o gialle e verdi per significare quel poco di pazzia che caratterizzava, secondo la mentalità medievale, gli istrioni ed i musici.
NERO: colore poco costoso se sbiadito, tendente al grigio o al marrone, spesso ottenuto dal mallo delle noci, dalla corteccia di faggio e leccio ed utilizzato dai più poveri.
Nella seconda metà del 1300 e nei secoli successivi divenne il colore della nobiltà grazie alla stabilizzazione delle tinte con composti di ferro ed aceto forte misti a tannini. Considerato austero ed elegante ebbe grande fortuna per secoli.